La liberazione degli ebrei di Isola Maggiore sul lago Trasimeno
Le conferenze previste a Magione in occasione della Giornata della Memoria 2010 riguarderanno un fatto drammatico avvenuto al lago Trasimeno durante la seconda guerra mondiale.
Nel giugno del 1944, mettendo a rischio la propria vita, alcuni pescatori liberarono una trentina di ebrei prigionieri delle autorità fasciste perugine ad Isola Maggiore sul Trasimeno. Ad organizzare la fuga fu Don Ottavio Posta, allora parroco dell’isola, che con l’aiuto di quindici pescatori riuscì a far evadere i detenuti, evitandogli la deportazione nei campi di concentramento nazisti. Gli ebrei scapparono su cinque barconi nelle notti del 19 e del 20 giugno 1944 raggiungendo Sant’Arcangelo di Magione mentre in tutta l’area del Trasimeno era in corso la ritirata tedesca.
A Magione, in occasione della giornata della memoria del 27 gennaio 2010:
27 gennaio ore 21, Teatro Mengoni
“Yossl Rakover si rivolge a Dio” di Zvi Kolitz
regia di Valter Corelli
Lo spettacolo messo in scena dal regista ed attore perugino Valter Corelli è tratto da un libro pubblicato nell’autunno del 1946 a Buenos Aires. Si tratta di un racconto monologo che dà voce all’ultimo sopravvissuto del ghetto di Varsavia prima della definitiva distruzione da parte dei nazisti. L’autore è un tale Zvi Kolitz, un ebreo lituano, che ha scritto il testo in una sola notte, chiuso in una camera di albergo. Kolitz sulla rivista racconta anche l’origine del testo, risalente ad un anonimo manoscritto trovato casualmente nelle rovine del Ghetto di Varsavia, dopo la distruzione ad opera dei nazisti. Una finzione letteraria riuscita e probabilmente scritta nel destino dell’opera, perché Yossl Rakover diventa una figura che acquista una sua autonomia, una sua vita, distinta da quella del suo stesso autore.
Voce recitante
Valter Corelli
Voci narranti
Marta Capolsini e Paola Rugelli
Chitarra
Mirco Bonucci
Fisarmonica
Giordano Brozzi
Scenografia
Marta Capolsini
Giorgio Lupattelli
Luci
Giancarlo Suriani
Audio
Tommaso Velatta
Tecnici di scena
Giancarlo Suriani e Michele Sorbaioli
Regia
Valter Corelli
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