Da repubblica.it: “LA RESISTENZA non c’è. La si cerca invano nel programma di storia per l’ultimo anno dei licei. Ecco il fascismo. Poi la crisi del ’29 e le sue conseguenze nel mondo. Il nazismo. La shoah e gli altri genocidi del XX secolo. La seconda guerra mondiale. Ecco, forse arriva ora la guerra partigiana. No, a seguire c’è la guerra fredda, il confronto ideologico tra democrazia e comunismo. Ed ancora, l’Onu. Siamo troppo avanti, bisogna tornare alla riga precedente: ma dov’è la Resistenza?”
In questa settimana contraddistinta dai risultati elettorali, arriva un’ennesimo tentativo di riscrivere, anzi di cancellare la Storia, rimuovendo tutta la Resistenza dai curricula scolastici dei Licei. Ecco due link che spiegano bene cosa sia successo:
La ‘Resistenza’ c’è ma non si vede E la parola scompare dai licei – di Simonetta Fiori – repubblica.it – 31/03/2010
Via la Resistenza dalle scuole, lo ha deciso la Gelmini – di San Precario – Agoravox.it – 31/03/2010
Subito si sono scatenate, giustamente molte proteste, soprattutto da parte di Associazioni come la nostra, che esistono proprio per non far dimenticare il sacrificio di tanti italiane e italiani per un Italia democratica e antifascista. La motivazione di questa “svista” è a dir poco ridicola, così giustificava la mancanza della Resistenza nei programmi scolastici il consigliere della Gelmini Max Bruschi: “Era sottintesa”. Una scusa veramente poco credibile e oggi, 1° Aprile arriva la notizia della reintroduzione della Resistenza dei programmi:
http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/visualizzaPdf.asp – a pagina 5 – 01/04/2010
…sperando che non sia un pesce d’Aprile.
solo quando la gelmini e compani pagheranno ma di tasca proprio la ristampa dei libri di testo e che ci diano veramente la conferma sia nei telegiornali che radiogiornali e soprattutto devonodiffondere in modo chiaro nelle presidenze di tutti gli istitui e consentire a tutti i cittadini di avere conoscenza che siano ritornati sui loro passi .tutto ciò deve essere a spese loro non dobbiamo accettare di pagare ulteriori soldi a si cara storia stampata e che non rimanga solo la stampa deve essere divulgata la grande resistenza non si può tacere