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Partigiano, giornalista, scrittore, uomo sempre libero. Questo era Giorgio Bocca morto nel giorno di Natale a Milano.

I funerali si svolgeranno martedì 27 dicembre a Milano, nella chiesa di San Vittore al Corpo, in via San Vittore, alle ore 11,00.

“E’ morto – commenta Carlo Smuraglia, presidente nazionale dell’Anpi – un grande italiano, un patriota, un partigiano che non dimenticheremo mai. Per tanto tempo ci ha accompagnato commentando, da par suo, le vicende che il Paese stava vivendo, con passione, talvolta con indignazione, sempre con fermezza. Partigiano in Piemonte, ha combattuto con Giustizia e Libertà”.

“Quando due anni fa – ricorda Smuraglia – abbiamo raccolto la sua voce in una intervista da trasmettere nel corso di un convegno dedicato proprio al contributo degli azionisti all’antifascismo e alla Guerra di Liberazione, Bocca tenne a sottolineare l’unitarietà d’intenti anche fra forze di ispirazione diversa nella Resistenza; e ricordò le sue esperienze di guerra partigiana con inalterata passione e con un profondo sentimento unitario. Grande giornalista, scrittore illustre, e polemista di razza, con lui scompare una voce importante della parte migliore del Paese”.

“Lo ricorderemo degnamente e con la dovuta ampiezza nella sede nazionale dell’Anpi, associazione alla quale, negli ultimi anni, Giorgio Bocca non ha fatto mancare il suo sostegno anche pubblicamente. Oggi – conclude Smuraglia – lo piangiamo con sincero dolore e ci stringiamo con affetto ai suoi familiari. L’ANPI di Milano partecipa al profondo dolore per la scomparsa del comandante partigiano Giorgio Bocca”. 
L’ANPI Provinciale di Milano si unisce al profondo dolore dei familiari, degli antifascisti, del giornalismo italiano e di tutto il mondo della cultura per la scomparsa di Giorgio Bocca, partigiano, giornalista, scrittore”, inizia così il ricordo di Giorgio Bocca da parte dell presidente dell’Anpi milanese, Roberto Cenati.

Nativo di Cuneo e cresciuto in una famiglia della borghesia piemontese, nel 1943 Bocca decide di aderire, nella clandestinità, al Partito d’azione. A questa scelta lo induce l’esempio dell’amico Benedetto Dalmastro assai vicino a Tancredi Duccio Galimberti.

L’8 settembre, alla firma dell’armistizio, raggiunge con Dalmastro e un gruppo di compagni, dopo aver raccolto le armi abbandonate nelle caserme di Cuneo, la frazione Frise di Monterosso Grana. Nasce così il primo nucleo della locale banda partigiana di “Italia Libera”. Comandante di banda della formazione in Valle Maira, nella primavera del 1944 Bocca é inviato a stabilire le basi della Brigata Giustizia e Libertà “Rolando Besana” in Valle Varaita e ne diviene il comandante. Il 5 maggio 1944, con Benedetto Dalmastro, Luigi Ventre e Costanzo Picco partecipa a un incontro tra partigiani italiani e francesi organizzato il 12 maggio 1944 a Colle Sautron. All’incontro faranno seguito le intese politico-militari tra i due movimenti, stipulate  il 22 maggio e il 30 maggio 1944.

Nei primi giorni del 1945 Bocca è nominato comandante della decima divisione Langhe delle formazioni “Giustizia e Libertà”. Torna quindi in Val Maira, divenendo commissario politico della seconda Divisione “Giustizia e Libertà”. Tra le sue numerose azioni, si ricorda quella che tra il 12 e 13 aprile 1945 conduce alla cattura, nella cittadina di Busca, della compagnia controcarro della Divisione “Littorio” della Repubblica Sociale Italiana.

Per l’attività partigiana Giorgio Bocca riceve la medaglia d’argento al valor militare. Dopo la Liberazione, Bocca si avvia alla carriera di giornalista, dapprima a Torino, nel quotidiano di Giustizia e Libertà e quindi, a Milano, come redattore del settimanale l’Europeo e come corrispondente del quotidiano torinese La Gazzetta del Popolo.

Quando nasce Il Giorno, nel 1956, ne diviene inviato. Nel 1976 è tra i fondatori del quotidiano La Repubblica. Il suo è un giornalismo militante, che attraverso reportage, inchieste, commenti e interviste, si propone di denunciare i guasti della società italiana. La sua critica si accentua negli anni più recenti, forte di una scrittura semplice ma dura, concreta e aspra, di intensa comunicazione, sostenuta da un’alta moralità e da un legame mai interrotto con l’esperienza resistenziale.

I suoi articoli sono diventati, spesso, traccia e ossatura dei suoi numerosi libri, tra reportage, ricerca storica, pamphlet e autobiografia.

Lo ricorderemo sempre tra le figure di spicco del movimento partigiano e per essere  rimasto sempre coerente a quella sua fondamentale scelta di campo per la libertà e la democrazia maturata durante la Resistenza.

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Se ne è andato Marino Rossi partigiano con Cimarelli

Un altro partigiano se ne và . E’ Marino Rossi che costituì insieme a Cimarelli il primo nucleo partigiano a CESI (TR) che avrebbe poi dato vita alla brigata Gramsci. dopo la liberazione di Terni partì volontario il 2 febbraio 1945 con altri 300 volontari per la Guerra di Liberazione nel nord Italia dove combattè con la Cremona. Per tutta la vita è stato stato un attivo militante delle forze democratiche. Alla famiglia vanno le condoglianze dell’ANPI e dell’ANPPIA di Terni.

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Grande partecipazione alla manifestazione di commemorazione del Partigiano Germinal Cimarelli medaglia d’oro al valor militare. Questa mattina la montagna di Torre Maggiore che sovrasta Cesi ha visto riunirsi attorno al cippo che ricorda il sacrificio del Partigiano della Brigata Gramsci le maggiori istituzioni umbre. Presente il gonfalone della Regione Umbria, accompagnato dalla Vice Presidente del Consiglio Regionale Mara Giglioni, il gonfalone della Provincia di Terni accompagnato dall’Assessore Provinciale Filippo Beco, il gonfalone del Comune di Terni con il Sindaco Leopoldo Di Girolamo e la Presidente della Circoscrizione Nord Francesca Malafoglia. Presenti anche i gonfaloni del Comune di San Gemini, Arrone e Narni.

Presenti inoltre l’arma dei Carabinieri l’Esercito, le Guardie Forestali ed il Questore di Terni ed una rappresentanza del Prefetto di Terni. Dopo la deposizione delle corone al cippo di Torre Maggiore la manifestazione si è spostata a Cesi presso la ex chiesa di S.Michele Arcangelo dove hanno preso la parola i vari rappresentanti delle istituzioni, dell’Anpi rappresentato dal Vicepresidente Valentino Filippetti e Fulvio Pellegrini e dell’anppia Alberto Piccioni. Presenti molti giovani delle scuole ternane accompagnati da presidi e insegnanti. Tutti gli interventi hanno sottolineato il valore che ancora oggi assume il sacrificio del Partigiano Cimarelli che per assicurare ai propri compagni una via di fuga rimase a coprire loro la ritirata, sacrificando la propria vita.

Cimarelli venne confinato a Ventotene insieme a Umberto Terracini e Altiero Spinelli.

Il Sindaco Di Girolamo nel ricordarne la figura ha detto che la città di terni è onorata di aver avuto un simile cittadino.

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