– di Romina PERNI
Con ancora in corpo la freschezza delle sensazioni che mi ha trasmesso il Convegno Nazionale delle donne dell’Anpi a cui ho partecipato oggi, cerco di fare un resoconto della giornata… che è poi un ringraziamento. Grazie a tutte le partigiane presenti che hanno raccontato le loro esperienze di vita, le lotte, le storie di quella Liberazione, purtroppo e per fortuna, sempre attuale. Nella sala in Via Frentani a Roma c’erano gran parte delle madri partigiane della nostra Repubblica legate alle altre tante presenze femminili da un filo rosso, quella della forza dell’antifascismo. Una forza che spinge ancora Giovanna Marturano, 97 anni, partigiana romana non combattente, a prendere il microfono e a dire di non farcela a stare con le mani in mano seduta in poltrona, se fuori c’è qualcosa che non va. La stessa forza che spinge Didala Ghirarducci, partigiana di Viareggio, a raccontare una storia di lotta ma prima di tutto d’amore, la storia di un marito che a 25 anni ha deciso di combattere per la libertà insieme a lei e al loro bambino e che per questo è morto. Didala è la donna che qualche tempo fa ha dovuto difendere la Resistenza a “Porta a Porta” di fronte ai nostri simpatici storici revisionisti, ma politically correct (che scherzi fa la storia…).